Un ambiente di lavoro equilibrato è fondamentale per il benessere di chi ci lavora.
Mal di testa, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, calo del rendimento, ma anche difficoltà nei rapporti con i colleghi possono essere segnali dell’inadeguatezza dell’ambiente di lavoro.
La valutazione dell’ambiente lavorativo deve necessariamente prendere in considerazione tre ambiti: l’ambito sociale, l’ambito psicologico e l’ambito fisico.
L’ambito sociale ha a che fare con le dinamiche tra le persone che lavorano in uno stesso luogo.
L’intelligenza emotiva di gruppo è un aspetto che, se adeguatamente sviluppato, può influire concretamente non solo sulla coesione, ma anche sulla produttività dell’intero team.
L’assenza di conflittualità, infatti, permette lo svolgimento del proprio lavoro in maniera serena e favorisce creatività e proattività.
L’ambito psicologico dell’ambiente di lavoro, invece, riguarda lo stress, il burn out e tutte quelle condizioni psicologiche, appunto, derivanti dal carico di lavoro, dalla ripetitività dei compiti e dal livello di motivazione della singola persona.
L’ambito fisico è quello regolato dalle norme in sulla sicurezza sul lavoro. Oltre al mero rispetto normativo, tuttavia, vi sono numerosi elementi che concorrono all’eccellenza dell’ambiente lavorativo.
L’ergonomia
L’ergonomia degli arredi dell’ufficio, dalle sedie alle scrivanie, dalla distanza del monitor all’accessibilità delle stampanti, deve essere una priorità nell’impostazione dell’ambiente di lavoro.
Il decreto legislativo 81/08, che disciplina la sicurezza sul lavoro, richiama espressamente l’ergonomia, statuendo che debba essere considerata in relazione all’organizzazione del lavoro, alla concezione dei posti di lavoro, nonché alla scelta delle attrezzature e dei metodi di lavoro.
Non tenere conto dell’ergonomia, oltre a rallentare e rendere difficoltoso lo svolgimento delle attività quotidiane, può portare a problemi di salute, come i mal di schiena.
Lo spazio e l’arredamento
Le persone tendono a sentirsi a proprio agio in spazi più ristretti, a patto che siano funzionali e allo stesso tempo piacevoli.
Un ambiente disordinato e disorganizzato impatta in modo negativo sul benessere e sulla serenità delle persone, mentre oggetti personali, come le foto di famiglia, possono avere un’influenza positiva.
La privacy
L’organizzazione degli spazi di lavoro deve essere progettata in base alle esigenze del lavoro da svolgere: a seconda delle necessità, il layout più efficiente potrebbe essere quello che prevede stanze singole, oppure quello che prevede isole o stanze per funzioni.
Il lavoro negli open space, infatti, è dannoso per il benessere psicologico delle persone, in quanto è facile sentirsi inibiti nel prendersi qualche minuto di pausa o nel ricevere una telefonata personale.
Il rumore
La questione del rumore ha rilevanza anche all’interno degli uffici: è dimostrato che gli open space influenzino in maniera negativa la concentrazione e, per quanto possa sembrare paradossale, la socializzazione.
Le persone che lavorano in ambienti aperti, infatti, sviluppano una tendenza a comunicare tramite chat e posta elettronica: l’interazione spontanea che avviene passando davanti alla stanza di un collega viene a mancare.
Il continuo chiacchiericcio e i rumori di sottofondo prodotti dalle altre persone portano inevitabilmente a dover alzare la voce per farsi sentire, innescando un circolo vizioso.
Così come un collega perennemente al telefono può disturbare, anche rumori di fondo come quelli prodotti da stampanti, ventole di raffreddamento dei computer e condizionatori possono influire sul benessere.
A creare problemi all’udito, infatti, non sono solo i rumori acuti, che di per sé stimolano la produzione di adrenalina, quindi l’aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna, ma anche i rumori più bassi, se protratti nel tempo.
La musica
La musica potrebbe essere la soluzione ai rumori di sottofondo, oltre a favorire concentrazione e buonumore.
Tuttavia, non a tutti piace lo stesso genere musicale e alcuni preferiscono lavorare nel silenzio più assoluto.
Per accontentare tutti possono essere utilizzate le cuffie antirumore, lo strumento più adatto a fornire al contempo musica e isolamento acustico.
La temperatura
La temperatura è uno degli elementi regolati dalle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Uno studio ha dimostrato che ambienti con temperature inadeguate causino maggiori errori di battitura: questa è una cartina tornasole della diminuzione della produttività negli ambienti troppo caldi o troppo freddi.
Senza entrare nelle preferenze personali, l’ideale è il mantenimento di una temperatura tra i 20 e i 25 gradi, tenendo conto anche del grado di umidità e dell’escursione termica tra l’interno e l’esterno, che, soprattutto in estate, non deve essere eccessivo.
La qualità dell’aria
Uno degli usi dei condizionatori, soprattutto negli uffici di dimensioni minori, è legato alla regolazione dei livelli di umidità e della qualità dell’aria in generale.
Uno scarso ricambio d’aria porta, come è logico, ad un abbassamento del livello di qualità della stessa: l’aria viziata è causa di riduzione dei livelli di concentrazione ed energia.
L’importanza della qualità dell’aria è diventata chiara a tutti a seguito della pandemia da Covid-19.
La luce
La luce naturale è alleata della concentrazione e del benessere nei luoghi di lavoro: la presenza di finestre in prossimità delle postazioni di lavoro aumenta la produttività e favorisce la normale alternanza sonno/veglia; al contrario, un’illuminazione troppo scarsa causa sonnolenza e difficoltà di concentrazione.
Anche un’illuminazione eccessiva può dare problemi di mal di testa e causare difficoltà alla vista.
I colori
La percezione di luminosità di una stanza è influenzata anche dai colori delle pareti e del mobilio.
Il colore più luminoso è sicuramente il bianco, molto diffuso negli uffici, ma non è detto che sia la soluzione migliore: secondo i principi della cromoterapia, infatti, il bianco trasmette asetticità e straniamento.
Colori come il giallo e l’arancione, invece, hanno il potere di stimolare la creatività e la concentrazione, mentre i blu e i viola sono calmanti e scaricano lo stress.
Le piante
Un discorso a parte relativo ai colori è quello legato al verde, che raccoglie in sé le proprietà di ausilio alla concentrazione e quelle calmanti.
I benefici del verde possono essere introdotti anche con le piante: una ricerca del 2014 ha evidenziato che la presenza di una pianta sulla scrivania porti un aumento della produttività pari al 15%.
Le piante grasse, nello specifico, svolgono le loro funzioni calmanti e stimolanti senza richiedere troppe cure.
Lo svago
Ultimo ma non meno importante, un ambiente di lavoro stimolante e sereno non può prescindere da spazi dedicati al relax.
Che si tratti di una stanza per pranzare o fare uno spuntino, di un salottino per fare qualche minuto di pausa con i colleghi, o di un locale dedicato ad ospitare biliardino e tavolo da ping pong, uno spazio fisico in cui staccare permette di tornare al lavoro con le energie rinnovate.
Feng shui
Molti spunti per il perfezionamento dell’ambiente di lavoro possono essere dati dal feng shui, l’arte cinese ausiliaria dell’architettura, che può aiutare ad organizzare gli spazi sia degli uffici sia degli ambienti di casa dedicati al lavoro.
L’importanza di alcuni accorgimenti, come quelli legati alla qualità dell’aria ed alla presenza delle piante sono richiamati anche dal feng shui.
A casa, infatti, è necessario cercare la maggiore separazione tra la camera da letto e la zona in cui si lavora, dedicando una stanza diversa al lavoro o dividendo il più possibile. Una commistione degli ambienti, infatti, ha effetti negativi sul sonno.
Il feng shui dà molta importanza alla posizione degli arredi: la postazione di lavoro, ad esempio, non dovrebbe mai dare le spalle alla porta, mentre la scrivania non dovrebbe mai essere rivolta verso il muro.
Il decluttering è fondamentale nel feng shui, prevedere delle giornate specifiche dedicate al riordino aiutano a liberare l’energia e a fare spazio, fisico e mentale, per le attività da svolgere.