Leadership e comunicazione. Intervista a Enzo Passaro.

Enzo Passaro leadership e comunicazione

Se mi chiedessero di dire senza riflettere quale sia la cosa più curiosa e semplice che mi ha insegnato Enzo Passaro, docente e consulente, risponderei: “La regola del tre”.
Quando si comunica, per risultare più efficaci, andrebbero ripetuti tre sinonimi, tre concetti, tre applicazioni.
Quindi, quando ho pensato al tema del mese di dicembre, “comunicazione e leadership”, mi sono accorta che mi mancava la terza parola. E la terza, quella che mi veniva in mente in maniera più immediata, era “Enzo”!
Ho incrociato Enzo Passaro su LinkedIn e da subito sono stata affascinata dalla sua competenza e dalla sua disponibilità. Disponibilità che ha dimostrato anche nell’accettare di essere ospite del blog di consulente.pro.

Enzo, il tuo background è in marketing, gestione delle risorse umane, comunicazione e formazione.
Se potessimo immaginare queste competenze come quattro pilastri, su cui ti chieda di poggiare la tua definizione di leadership, come me la descriveresti?

Il marketing è stato l’amore giovanile, il sogno di creare messaggi capaci di entrare nel cuore delle persone. Le sliding doors che si sono aperte dopo gli studi mi hanno un po’ alla volta portato ad appassionarmi ai messaggi con cui gli individui vivono la quotidianità professionale. Da qui l’ibridazione tra i processi di comunicazione e la gestione delle persone che ho sviluppato attraverso percorsi formativi che avessero le competenze trasversali al centro. Durante questo percorso ho avuto modo di verificare che non esiste organizzazione virtuosa senza leadership e che ogni organizzazione virtuosa è caratterizzata da tante forme di leadership ben amalgamate tra loro.

Per la figura del leader, qual è la caratteristica più importante, che prevale, che è fondamentale, che abbraccia le altre, che non può esistere senza le altre?

La caratteristica che prevale più delle altre, al netto dei diversi modelli di leadership che possiamo applicare nel rispetto delle singole personalità, è la risonanza. Una leadership risonante si manifesta nella capacità di guidare, costruendo e comunicando il senso dell’azione organizzativa alle persone e ai gruppi, ovvero nell’abilità di condurre una persona o un gruppo verso una meta condivisa, generando coesione e responsabilizzazione, ma anche assumendo come valore la cura e lo sviluppo del potenziale del singolo individuo. La leadership risonante rispecchia attivamente le emozioni e stimola l’attenzione, la consapevolezza sociale e le reazioni positive nelle persone intorno a sé. Inoltre, stimola anche la soluzione dei problemi, il prendere decisioni, la focalizzazione dell’attenzione ed il controllo delle azioni; e ancora l’autoconsapevolezza emotiva, la cognizione sociale e i processi decisionali di tipo etico, la creatività e l’apertura a nuove idee.

Condurre un gruppo, stimolare l’attenzione… quindi mi stai dicendo che una persona che parla in pubblico debba possedere, allenare e dimostrare capacità di leadership. È così?

Esatto, sto dicendo proprio questo! E il verbo “allenare” è indispensabile per possedere prima e dimostrare poi questa abilità che, lo ricordo, si può apprendere. Ci sono persone che hanno la faccia tosta di salire su un palco, ma non conoscono le tecniche, e allora basta impararle per fare bella figura. Ci sono poi persone che conoscono tutte le tecniche, ma non riescono a gestire il proprio stato emotivo, e allora basta diventare più consapevoli di quante risorse si nascondono nelle nostre emozioni. E se una persona non ha né le tecniche, né la gestione del proprio stato emotivo? In quel caso la palestra dura un po’ di più, ma la soddisfazione è ancora più intensa!

C’è un argomento in cui mi imbatto spesso, e so con sicurezza che tu ne sia un esperto: sto parlando della PNL.
Tu la pratichi?

È una domanda che mi fanno spesso clienti, colleghi, allievi, semplici curiosi o professionisti del settore. A volte per criticare certe derive, a volte per un confronto sulle tecniche e sugli ambiti di applicazione.

A tutti mi diverto a rispondere: «Sì, più o meno come te» perché ogni singolo linguaggio genera una reazione più o meno intensa nei nostri circuiti neurali, innescando così impercettibili impulsi elettro-chimici che diventano stati emotivi.

Ho conosciuto la PNL oltre quindici anni fa, quando i corsi non erano ancora il “certificatificio” di oggi. Nel corso degli anni, e dopo “qualche” ora passata in aula a mettere in pratica quegli strumenti, ho capito però che se la PNL viene ancora oggi considerata la più raffinata, subdola e cinica tra le tecniche di manipolazione, è anche grazie a chi professa un certo tipo di messaggi.

Quindi, amo rispondere «Sì» a questa domanda, aggiungendo che corsi di PNL ne tengo anch’io. Ma è un «Sì» consapevole della responsabilità che si cela in un acronimo che non è scienza. È disciplina.

Permetti la domanda alla Marzullo: il leader diventa tale con la PNL o la PNL aiuta il leader a vivere meglio?

La PNL aiuta il leader a vivere meglio, ovvero ad essere più consapevole del proprio stile di leadership e a declinarlo in maniera efficace nei contesti in cui agisce. Ho visto manager svelare la propria leadership sia nei corsi che ho frequentato e sia nei corsi di cui sono trainer. In alcuni casi, ad esempio, a loro è bastato scoprire che ci sono linguaggi che vanno bene con gruppi di lavoro prevalentemente femminili ed altri con gruppi prevalentemente maschili perché in alcune aree del cervello, a parità di numero di neuroni a disposizione delle une e degli altri, prevalgono determinati circuiti a seconda di come un genere o l’altro interpreta le sequenze linguistiche.

Il leader, però, non è soltanto chi si trova in una posizione apicale. Come può un dipendente “qualunque” applicare la PNL per rafforzare il suo ruolo di leader in ufficio?

I leader abitano tutti i livelli di un’organizzazione e la PNL può dare ad ogni persona gli strumenti linguistici e relazionali per comprendere sé e gli altri. In questo modo, anche grazie all’acquisizione di competenze raffinate come l’empatia e l’assertività, è molto più semplice generare quello che in PNL si definisce “rapport”, cioè la generazione di un rapporto di fiducia e affinità reciproca con l’interlocutore durante la relazione. Ci sono persone particolarmente dotate, quelle che fanno scattare automaticamente il feeling, ma anche questa è una competenza che può essere appresa attraverso la formazione e il coaching.

Enzo Passaro è autore del libro Easy Public Speaking, edito da Zandegù. L’hai già letto?

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