Se si pensa che il patrimonio di Jeff Bezos ammontava a 180 miliardi nel 2020 e che, a distanza di un anno, questo ammonta a 205 miliardi, è facile capire come il 2016 rappresenti, nella vita di Bezos, quello che un secolo rappresenta per una persona “normale”.
Nella sua annuale lettera agli azionisti, datata aprile 2017 e riferita all’anno 2016, Jeff Bezos ha elargito consigli che, nonostante siano passati 5 anni e una pandemia, sono ancora attuali, forse futuristici, in alcuni casi.
Ovviamente, Jeff Bezos non ha uno studio professionale, né di studi professionali si occupa, ma è pur vero che ogni studio professionale è un microcosmo da gestire né più, né meno che come un’azienda di servizi: perché non trarre allora ispirazione dai grandi?
Di seguito i 5 insegnamenti di Jeff Bezos su management e leadership, rivisti e declinati per gli studi professionali.
Concentrati sui tuoi clienti, non sui tuoi concorrenti.
Quella verso il cliente deve essere una sana ossessione. Si possono adottare diversi punti focali: il metodo di lavoro, i prodotti/servizi, i concorrenti.
Ma chiunque, nella propria vita, si è preoccupato almeno una volta di come venga percepito all’esterno. Lo abbiamo fatto quando abbiamo scelto i nostri primi vestiti nell’adolescenza, lo abbiamo fatto con il nostro primo amore, lo facciamo oggi con i clienti.
I clienti sanno essere sempre scontenti, sanno muovere critiche anche quando va tutto bene.
Il desiderio di soddisfarli, deliziarli, renderli felici è una forza potente verso la creazione di un servizio personalizzato.
Percorrere la strada altrui, focalizzarsi sui colleghi/concorrenti e cercare di copiare quello che hanno fatto loro ci renderà solo brutte copie arrivate in ritardo.
Sono i clienti a dire ciò che vogliono, sta a noi cogliere i messaggi e trarne vantaggio offrendo un servizio unico.
Sii veloce nel prendere decisioni.
Non aspettare di avere tutte le informazioni che vorresti, prima di prendere una decisione.
Ci sono decisioni reversibili, quelle dalle quali si può tornare indietro: non dovrebbero mai richiedere tante energie.
Per tutte le altre, muoviti anche se hai il 70% delle informazioni: se aspetti di avere tutti gli elementi, o quasi, il momento buono potrebbe passare.
Se impari a raddrizzare il tiro dopo una decisione sbagliata, fare errori potrebbe costarti meno di ciò che pensi; una decisione presa troppo tardi, invece, ti costerà di sicuro di più.
Se vuoi essere un passo avanti agli altri, combatti paura e indecisione e impara ad assumere dei rischi.
Lascia che siano i tuoi collaboratori a prendersi carico delle decisioni meno importanti.
Non decidere tutto tu, non avrai sempre ragione.
Sfida le persone e chiedi sempre: “So che non sei d’accordo con me, ma scommettiamo?” e lascia che gli altri lo chiedano a te.
Prenditi l’impegno di lasciar davvero fare ai tuoi collaboratori, non pensare a questa frase come un “non vale la pena discutere”, perché non è questo lo spirito giusto: esprimi la tua opinione e poi lascia fare.
Ricorda quanto detto in merito alla velocità nelle decisioni
Non delegare i risultati.
Mantieni sempre una testa pensante quando lavori.
Un’organizzazione che cresce, inizia ad abituarsi a determinate dinamiche, si affida ad elementi esterni, ad abitudini, a processi.
Questo è il caso dell’“Abbiamo sempre fatto così”, in cui si delega ad un’abitudine la buona riuscita di un qualcosa che, in realtà, richiede attenzione, cura e aggiornamento.
Cogli al volo i trend.
Per essere sempre aggiornati si possono percorrere due strade: la prima è delegare il lavoro, in modo da potersi aggiornare e stare al passo con i tempi; la seconda è delegare la ricerca ai collaboratori.
Costa fatica, economica e mentale, ma è l’unico modo per crescere: immagina se avessi osteggiato o ignorato i computer, se non avessi voluto Internet in ufficio o se avessi ignorato una legge, perché non la conoscevi o l’avessi ritenuta complessa o inutile.
Adesso pensa a tutte le possibilità di business e di sviluppo che ti si sono presentate negli anni, e immagina cosa sarebbe potuto succedere se, invece, avessi cavalcato il trend, uscendo dagli schemi di ciò che fanno gli altri ed entrando in quelli di ciò che desiderano i clienti.
Dove sarebbe il tuo studio ora?
Il tuo studio come Amazon.
Questa filosofia è quella che ha portato Amazon ad essere la realtà innovativa che è ancora oggi, e a sviluppare servizi sempre nuovi, anche se non tutti hanno avuto successo.
Nel 2014, Amazon ha lanciato il Fire Phone, un prodotto con buone possibilità di successo e che nella realtà dei fatti è stato un flop. A pochi mesi dal lancio, il Fire Phone è stato ritirato dal mercato.
Anche il proverbio dice che non tutte le ciambelle riescono con il buco, e un altro proverbio risponderebbe che chi non risica, non rosica.
Amazon ha preso una decisione sbagliata ed è tornata sui suoi passi; non ha guardato ai competitor e si è concentrata sui bisogni dei clienti.
Molti studi professionali svolgono dichiaratamente “attività tradizionale”, senza ascoltare i clienti, senza delegare e senza innovare.
Per Bezos è sempre il giorno 1: il giorno in cui si inizia, in cui l’entusiasmo è alle stelle. Il giorno 2, per Bezos, è il giorno della stasi, seguito dall’abbandono, seguito da uno straziante, doloroso, declino. Seguito dalla morte.
Il giorno 2 può durare anni, un’organizzazione può prosperare per secoli nel giorno 2 (Blockbuster ne è un esempio), ma la fine è sempre la stessa.
Ecco perché per Bezos è sempre il giorno 1, ecco perché gli stava così a cuore il fatto che l’edificio in cui lavorava si chiamasse Day 1.
Anche se stai crescendo ed hai le possibilità di comportarti come una grande realtà, se vuoi mantenere il tuo studio sano e prospero decidi di comportarti sempre come una start up. Al suo giorno 1.