Produttività: che cosa fa il tuo studio?

Produttività: che cosa fa il tuo studio?

Quello della produttività è un tema molto caro agli studi professionali.

Una attenzione insufficiente alla produttività dello studio rischia di portare ad uno spreco di tempo; una attenzione maniacale verso la produttività, al contrario, conduce in fretta verso burn out e fuga di collaboratori e clienti.

Parlare di produttività significa, soprattutto parlare di risorse: tempo e persone.

Le attività proceduralizzate

Ogni studio professionale ha attività di routine, a basso valore aggiunto, svolte tutti i giorni (o quasi) in maniera meccanica.

È quell’attività di sottofondo, che il cliente si aspetta, di cui magari fatica anche a riconoscere il valore, finché non si inceppa il meccanismo e viene consegnata in ritardo, sbagliata o non arriva del tutto.

Questo tipo di attività è quella che si svolge contro il tempo, quella in cui vince chi finisce prima, e non è detto che vi sia una menzione d’onore per il più preciso.

È chiaro che si tratti di una guerra del prezzo, combattuta a suon di battaglie sui costi, la principale delle quali è legata al costo del personale, in termini di mero tempo impiegato per lo svolgimento delle attività.

Per queste attività, l’impiego cumulativo del tempo è vasto, mentre basso è il requisito di impegno mentale da parte delle persone, che possono lavorare con il pilota automatico, eseguendo azioni largamente proceduralizzate, che si possono e si devono soltanto ottimizzare in termini di velocità e precisione nell’esecuzione.

Le attività grey-hair

La produttività delle risorse tempo e persone inizia a cambiare marcia nel momento in cui il lavoro si focalizza su attività cosiddette grey-hair.

Si tratta di attività di tipo consulenziale, nelle quali il grado di personalizzazione della prestazione nei confronti del cliente è moderato, poiché si tratta di applicazione di competenze già maturate nel corso di altre attività, di replica di situazioni e soluzioni già viste, oppure di competenze trasversali di dominio dello studio.

Con le attività grey-hair aumenta sia la qualità del tempo impiegato, sia la qualità delle risorse umane necessarie, in quanto, a fronte di una attività solo parzialmente guidata, il valore del lavoro su base oraria aumenta notevolmente.

Le attività brains

Le attività brains sono quelle che, a fronte di consumo di tempo ridotto rispetto alle attività proceduralizzate, generano un alto valore, ma richiedono un più alto investimento da parte delle persone, che devono lavorare completamente prive di binari, nell’individuare soluzioni consulenziali completamente tailor-made, cioè su misura rispetto al cliente.

L’attività di consulenza prestata dallo studio professionale è, quindi, fuor di dubbio quella che rende di più su base oraria, ma è anche quella che presuppone un maggior investimento in termini di scelta e, quindi, di costo del personale.

In questo tipo di attività, infatti, è forte l’intuitus personae, cioè l’impronta personale delle specifiche competenze della specifica persona.

Al contrario di ciò che accade per le attività proceduralizzate, nelle attività brains le persone non sono sostituibili né intercambiabili e il prezzo proposto al cliente non è più la leva principale né l’arma vincente rispetto ai competitor.

Controllo di gestione, produttività e KPI

A partire dalla distinzione tra le diverse attività che può svolgere uno studio e dal tipo di risorse necessarie per lo svolgimento di ciascuna di esse, il controllo di gestione può rivolgere il proprio sguardo verso la comprensione della distribuzione del tipo di attività all’interno dello studio, rispetto al totale del lavoro svolto.

Un obiettivo, ad esempio, potrebbe essere legato all’aumento della percentuale di attività “brains” sul totale del fatturato, oppure all’aumento della tendenza di crescita di clienti interessati all’attività “brains” rispetto alla clientela orientata verso le attività proceduralizzate.

Chiaramente, questi obiettivi vanno di pari passo con il monitoraggio della formazione delle risorse, della soddisfazione della clientela e dell’indice di propensione dei clienti a segnalare il nome dello studio ad amici e parenti.

Le minuterie

Un controllo di gestione incentrato solo sulla riduzione dei costi, che incida solo e soltanto sull’aumento della marginalità sulla singola, minuta, attività, focalizzandosi più sulla parte controllo che sulla parte gestione è un metodo che rischia di portare con sé un impatto negativo, perché demotiva le persone e perché, al tempo stesso, sposta il focus sulle attività proceduralizzate, rispetto a quelle, davvero redditizie, che hanno come oggetto le prestazioni consulenziali.

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