Come combattere l’ansia per le troppe cose da fare

Come combattere l’ansia per le troppe cose da fare

Il modo per combattere l’ansia per le troppe cose da fare cambia da persona a persona, così come da persona a persona cambia la percezione della mole di cose da fare: c’è chi si fa prendere dal panico, chi procrastina, chi si disinteressa totalmente.

I momenti critici

Settembre è per molti professionisti un momento di sovraccarico. Ci sono progetti da fare, come se fosse una specie di inizio anno, ma visto che in realtà si va verso la fine bisogna guardare negli occhi gli obiettivi da raggiungere e siccome si è lasciato tutto sotto naftalina a metà anno bisogna anche fare i conti con tutti quelli a cui si è detto “ne parliamo a settembre”.

L’ansia per le troppe cose da fare può cogliere anche in altri momenti: prima del weekend, prima di partire per le vacanze, in prossimità di una scadenza importante.

La soluzione

La miglior medicina per l’ansia per le troppe cose da fare è la dopamina: “l’ormone della ricompensa”, la chiamano alcuni, mentre a me piace ricordarmi che è il motivo per cui quando faccio una cosa dopo sto meglio (da lì dopa-mina).

La dopamina è un ormone che viene rilasciato a seguito di diverse attività, tra cui fare sport, ascoltare musica e mangiare buon cibo, ed ha un ruolo importante su aspetti quali la motivazione, l’apprendimento, e l’umore.

Lungi da me addentrarmi in discorsi scientifici, che non rientrano (per ora, mai dire mai) tra le mie competenze, è abbastanza facile per ciascuno pensare alla sensazione di soddisfazione dopo aver terminato un allenamento del proprio sport preferito, al buonumore legato ad una canzone della propria gioventù o all’appagamento nell’addentare un cibo preparato con cura e attenzione.

Perché non replicare le stesse sensazioni positive anche nella quotidianità?

Occhi sull’obiettivo

La strada per arrivare all’obiettivo può essere ogni volta diversa, così come diverso può essere l’obiettivo stesso.

Un periodo di dichiarazioni per un commercialista ha come obiettivo terminarle tutte prima della scadenza, e può variare nel modulo da compilare, nei documenti necessari o nel numero di dichiarazioni da inviare.

Il rientro dalle ferie estive per un freelance ha come obiettivo riprendere il lavoro a pieno regime e iniziare i progetti definiti prima delle vacanze oppure trovare nuovi clienti e nuovi incarichi, spesso senza sapere esattamente cosa fare e con il rischio di fare troppo.

Lo svolgimento di un nuovo incarico per la prima volta può sopraffare un professionista che, pur avendo chiaro l’oggetto dell’incarico, non padroneggia ancora le competenze e il metodo di lavoro per svolgere la mansione.

Per fare le cose senza ansia è necessario mettere e mantenere gli occhi sull’obiettivo, ma come si fa se questo obiettivo è sempre diverso e spesso non è definito?

Dal generale al particolare

Scrivere un libro è una grande impresa, ma scrivere 5 pagine al giorno è quasi come bere un bicchier d’acqua. Partendo da questo presupposto, è facile capire come, se si guarda la cosa da fare da lontano, nella sua interezza, possa sembrare più grande e impegnativa di quello che potrebbe sembrare se la si guardasse da vicino, facendo caso alle piccole pennellate che compongono il quadro.

Ogni azione, da quelle quotidiane a quelle importanti, è fatta di piccoli passaggi: è così per la guida dell’automobile, è così per il conseguimento di una laurea, è così per la costruzione di una navicella spaziale.

Avere a mente i singoli passaggi per compiere l’azione da svolgere permette di smontare il mostro e di rendersi conto che è solo un peluche fatto di tessuto, imbottitura e bottoni.

Fuor di metafora, un elenco delle attività da svolgere è indubbiamente utile, purché sia fatto con attenzione e scendendo nel dettaglio: per ogni “atto di compravendita signor Rossi” ci deve essere l’elenco delle attività da svolgere per l’istruttoria e per il post stipula, la lista dei documenti necessari e un’indicazione temporale di quando saranno necessari, oltre al tempo verosimilmente occorrente per svolgere le attività.

Lo stesso procedimento è percorribile per ogni lavoro, per ogni giorno: più si è in grado di scendere nel dettaglio, più si mettono in fila le cose da fare, più è facile stimare il tempo necessario per svolgerle.

First things first

Le to-do list sono da molti osteggiate, e a ragione: una to-do list redatta senza metodo non porta da nessuna parte, se non verso l’ansia.

Ogni to-do list dovrebbe avere un criterio: potrebbe essere di priorità, potrebbe essere di velocità di esecuzione, potrebbe essere urgenza.

A meno che non siano create per essere condivise, le liste sono qualcosa di molto personale e che evolve nel tempo. Quale che sia il metodo di gestione del tempo prescelto, è più che normale partire in un modo e finire in un altro: disegnare uno schema che col tempo sparisce, inserire una codifica a colori che si smette di fare, iniziare con liste quotidiane e poi passare alla lista settimanale.

Scegliere un metodo e aderirvi religiosamente per un periodo più o meno lungo è indubbiamente utile, come può esserlo provare diversi metodi di gestione del tempo e vedere quale sia il più adatto alle proprie esigenze, o a quelle del momento, ma c’è speranza: dopo un po’ diventa facile vedere sul foglio (o sullo schermo) ciò che non si scrive più, come le categorizzazioni, le durate o le priorità, e il metodo diventa più naturale e personale.

Concediti una ricompensa

Quello che non dicono delle to-do list, ma che sanno coloro che le fanno, inclusa la sottoscritta, è che spuntare le cose fatte dà soddisfazione: favorisce il rilascio della dopamina.

Per quanto possa essere salutare concedersi una ricompensa, come una pausa, dopo aver portato a termine le attività da svolgere, imparare a stimare quali e quante cose siano fattibili in un determinato lasso di tempo, svolgerle e poi depennarle dall’elenco è un piacere che conosce solo chi fa e completa le to-do list, chi sa guardare un quadro, vedere le piccole pennellate e apprezzarle tutte e ciascuna, nel giusto ordine.

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