Con Cristina Pedretti, coach, formatrice e consulente, esploriamo il tema del gap uomo donna nel lavoro degli studi professionali: consapevolezza, evoluzione e scelte concrete.
Il gap uomo donna nel mondo del lavoro è una realtà che anche gli studi professionali non possono più ignorare. Non si tratta solo di numeri o statistiche: si tratta di opportunità mancate, di talenti non valorizzati, di prospettive limitate. Affrontare il gap uomo donna significa chiedersi in modo onesto dove siamo oggi e dove vogliamo andare.
Nelle organizzazioni più tradizionali, il gap uomo donna si manifesta spesso in modo sottile: assegnazioni di incarichi, differenze nei percorsi di crescita, aspettative diverse tra colleghi. Non è questione di intenzioni dichiarate: è questione di cultura organizzativa, di modelli mentali che resistono anche quando non ce ne accorgiamo.
Capire il gap uomo donna significa anche osservare come le piccole decisioni quotidiane – chi invita a una riunione, chi riceve un incarico, chi ha voce nei progetti strategici – costruiscano nel tempo ambienti più o meno equi.
Con il contributo di Cristina Pedretti, coach, formatrice e consulente, esploriamo come gli studi professionali possano riconoscere questi meccanismi e iniziare a trasformarli. Non basta “non discriminare”. Serve progettare percorsi inclusivi, valorizzare competenze diverse, riconoscere e correggere gli squilibri prima che diventino barriere.
Affrontare il gap uomo donna negli studi professionali significa creare ambienti dove tutti i collaboratori possano crescere, portare idee nuove, assumersi responsabilità. Significa capire che la diversità non è un problema da gestire, ma un valore strategico da coltivare.
Il cambiamento richiede intenzionalità: dalla selezione delle persone, ai percorsi di carriera, alla gestione quotidiana dei team. Non si tratta di “favorire” qualcuno: si tratta di togliere ostacoli invisibili che rallentano tutti. Solo così uno studio può davvero innovare, attrarre talento, costruire una reputazione forte e credibile.
Fonti e risorse suggerite
Emanuela Grigliè e Guido Romeo – Per soli uomini: Il maschilismo dei dati, dalla ricerca scientifica al design