Con Emanuela Spernazzati, HR manager e career coach, riflettiamo su come ricostruire e ridefinire l’identità professionale quando le scelte fatte non ci somigliano più, e su quali strumenti usare per ritrovare la direzione.
Quando ci troviamo in un momento di disallineamento tra ciò che facciamo e ciò che siamo è spesso perché abbiamo smesso di aggiornare la nostra identità professionale. Non basta lavorare bene: serve capire se stiamo ancora lavorando nella direzione giusta, o se stiamo portando avanti scelte che non ci appartengono più.
Questa puntata è un invito a rallentare e guardarsi con più lucidità. Si parte da uno strumento semplice e potente: la ruota della vita. Serve a fotografare la nostra situazione attuale, a capire se le diverse aree della nostra esistenza – lavoro, relazioni, energia, tempo per sé – sono in equilibrio o se stiamo girando con una ruota bucata.
Da lì si passa a rileggere la propria storia attraverso il “filo rosso”: ciò che torna, ciò che ci ha sempre attratti, ciò che ci è venuto naturale anche quando non era previsto. Un elemento fondamentale per orientare il futuro in modo coerente con ciò che siamo.
Si parla anche di obiettivi: non quelli perfetti sulla carta, ma quelli realizzabili nella pratica. Obiettivi ecologici, in sintonia con la nostra fase di vita, le nostre risorse e i nostri valori.
Ricostruire la propria identità professionale significa anche fare pace con il passato. Ogni passaggio, anche quelli meno lineari, ha contribuito a formarci. E tutto ciò che sappiamo, anche se non ha un’etichetta chiara, può diventare un punto d’appoggio.
Lavorare sulla propria identità professionale non è un vezzo, ma un modo per tornare ad avere voce nelle proprie scelte. Per decidere con più chiarezza, e costruire un presente che non sia solo funzionale, ma anche giusto per noi.
Perché lavorare con efficacia è importante. Ma lavorare con identità è un’altra cosa..
Fonti e risorse suggerite